venerdì 22 marzo 2013

Quelli che Damiani costruiva opere parrocchiali...Jannacci

Quelli che la Casa della Gioventù era un'ex filanda....
Quelli che serviva a tutti i palmarini che avevano pagatooooooooo
Quelli che tutti dovevano entrarci e poi ci sono entrati altriiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Quelli che tenevano pr Damianiiiiiiiiiiiiiii,Quelli che tenevano per don Lucianooooooooooo, Quelli che tenevano per don Luigiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii e la vigilia han passato il pavimento con lo straccioooooooooo yeaaaaaaaaaaa!
Quelli che tutte le conferenze al freddo! Quelli che la Casa della Gioventù non è mai stata calda ooooooooooohhhhhhh yeahhhhhhhh
Quelli che erano contestatori, quelli di destra, di sinistra e ci sono tutti entratiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Quelli che in Casa della Gioventù ci facciamo la messa meglio che in duomoooooooooooooooo
Quelli che a messa non ci vado in Casa della Gioventù
Quelli che il catechismo l'hanno fatto lì
Quelli che il Consiglio Pastorale si faceva lì
Quelli che la tombola si giocava lì, ma solo i pensionati! E i giovani nooooooooooooooooo
Quelli che andavano al cineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee Oh yeaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Quelli che giocavano a calcettooooooooooooo, e gli altri giocavano a calcioooooo....sul campo di pallacanestroooooooooooooooo
Quelli che provavano con il coro...in Casa Della Gioventù
Quelli che andavano al Bar, quelli che si mangiavano le trippe
Quelli che è un ostello....
Quelli che era vicino al Duomo!
Quelli che adesso è a san Francesco ma la casa della Gioventù è rimasta liiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Quelli che i tempi sono cambiati e tu che scrivi sei vecchio...

Da opera parrocchiale a opera socio sportiva?



Palmanova con la Figc si sente già Coverciano

Nella foto la Casa della Gioventù(ex Filanda) e sullo sfondo la caserma Ederle(fonte messaggeroveneto.it)

F.A.I. 24 marzo 2013

Giornata Fai a Palmanova

Il 23 e 24 marzo la città stellata aprirà al pubblico quattro siti
http://www.mtvfriulivg.it/DB_immages/Correlati/102_Palmanova.jpg

Don Simone spesso a Palmanova...una preghiera da chi lo ricorda giovane segretario

Si è spento don Simone Vigutto   
Aveva 35 anni. Era stato segretario dell'arcivescovo Brollo e da 3 anni operava a Rivignano

UDINE (22 marzo, ore 7) - Lutto nella chiesa udinese. Si è spento a soli 35 anni don Simone Vigutto che a lungo, per più di 8 anni, ha lottato contro un male incurabile. Originario di Bertiolo, da poco più di tre anni affiancava mons. Paolo Brida nella gestione delle parrocchie di Rivignano, Campomolle, Driolassa, Pocenia, Teor e Torsa. È spirato questa notte, poco dopo le 24, all’ospedale di Udine dov’era ricoverato da un po’ di giorni a causa dell’acutizzarsi del male. “Un ragazzo gioviale, amato dalla gente per le sue omelie sempre molto profonde ma nello stesso tempo semplici e dirette”, ricorda mons. Brida.« È sempre difficile spiegare la morte di un ragazzo giovane, in questo caso il Signore ha chiamato con sé un giovane sacerdote. Quello che aiuta tutti  - continua mons. Brida - in questo momento è la fede e il coraggio di don Simone. Ha saputo affrontare la malattia sempre con dignità e coraggio: non si è mai lamentato delle cure, delle visite, delle operazioni. E ogni volta che uno gli chiedeva come andava, la sua risposta era bene. »
Don Simone Vigutto era entrato in seminario a 19 anni e per un po’ è stato il sacerdote più giovane dell’arcidiocesi di Udine. A quel tempo l’allora arcivescovo, mons Pietro Brollo, lo chiamò come suo segretario personale, incarico che curò per sei anni. Poi l’impegno a Rivignano. Lascia i genitori e un fratello più piccolo.

martedì 19 marzo 2013

Pregate per me!

Papa Francesco riceve l'anello del pescatore 


Cari fratelli e sorelle!
Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato Predecessore: gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza.
Con affetto saluto i Fratelli Cardinali e Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli laici. Ringrazio per la loro presenza i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, come pure i rappresentanti della comunità ebraica e di altre comunità religiose. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Capi di Stato e di Governo, alle Delegazioni ufficiali di tanti Paesi del mondo e al Corpo Diplomatico.
Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa, come ha sottolineato  il beato Giovanni Paolo II: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello» (Esort. ap. Redemptoris Custos, 1).
Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l’amore ogni momento. E’ accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.
Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui, cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!
E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli “Erode” che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna.
Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!
E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!
Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!
Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.
Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!
Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen. 

Città del vaticano, 19 marzo 2013

sabato 16 marzo 2013

I Forti di Rivoli

http://ifortidirivoli.wordpress.com/tag/palmanova/

Consigliamo l'indirizzo che in poche righe sintetizza i fatti di Palma

giovedì 14 marzo 2013


Palmanova, Udine


Il prossimo 23 e 24 marzo torna l'appuntamento con le Giornate FAI di Primavera. Potrete scoprire 700 tesori in tutta Italia


domenica 10 marzo 2013

Quale impatto sulla piazza?

Mucche, galline e cavalli:
e la piazza diventa una fattoria

Iniziativa dell’Isis Malignani il 19 aprile a Palmanova. Incontri e laboratori su ambiente e filiera alimentare 

A PALMANOVA INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SULLA DIMENSIONE ADULTA DELLA FEDE

A PALMANOVA INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SULLA DIMENSIONE ADULTA DELLA FEDE La Collaborazione p...