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Per chi va in Terra Santa

La testimonianza di alcuni volontari ATS pro Terra Sancta a Betlemme

Abbiamo chiesto a Fabrizio e Francesca, due volontari di ATS Pro Terra Sancta, di raccontare la loro esperienza a Betlemme. Dedicano la giornata a servizio dei bambini di Betlemme, la mattina presso l’asilo gestito dalla Societá Antoniana di Betlemme, e il pomeriggio presso l’Hogar Niño Dios, centro che ospita bambini disabili.

“Sono le sei del pomeriggio nella calda estate di Betlemme e i bimbi dell’Hogar Niño Dios reclamano la pappa prima del cambio pannolino, degli ultimi giochi e del tanto sospirato riposo notturno. Qui i piccoli ospiti non sono bambini qualunque, ma sono coloro nei quali si vede maggiormente il volto bisognoso dell’amore di Cristo, una grande sofferenza e un grande amore. Sono bambini disabili, gli abbandonati, gli ultimi di una terra difficile lacerata dal dolore e dalla contraddizione; ultimi che per le suore del Verbo Incarnato, che abitano l’Hogar, sono diventati i primi nel mondo. E lo diventano per noi che, come volontari, ci mettiamo completamente in gioco al servizio di chi ha bisogno.

Quello che si è chiamati a svolgere qui è un compito difficile, diremmo addirittura spaventoso ed è giá tanto se non ti fa scappare a gambe levate al primo impatto. Ma se saprai andare oltre questo primo sguardo ti innamorerai senza dubbio e in questo luogo un pezzetto del tuo cuore rimarrá per sempre. L’abbiamo visto negli occhi lucidi dei volontari che ci hanno preceduti e andando via ci hanno passato il simbolico testimone della speranza, lo sentiamo come un’enorme gioia ad ogni pannolino cambiato, ad ogni pappa imboccata, ad ogni muta conversazione. Si, muta, perchè qui la sola barriera non è la lingua araba. Difficoltá motorie, autismo, cecitá, sorditá, muri che sembrano invalicabili proprio in questa cittá che di tristi ed insuperabili muri ne conosce il segno. Barriere che questi piccoli angeli fanno sembrare irrisorie trasmettendo la loro incredibile voglia di vivere.

La gioia che ci riempie il cuore ci spinge a consigliarvi di fare un salto qui, dove il Cielo tocca la Terra e dove la luce della cometa risplende negli occhi scuri dei bimbi palestinesi.

Non ne rimarrai deluso, ci puoi contare”.

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