mercoledì 8 aprile 2009

L'ultima tragedia in 100 anni di terremoti

Virginio Di Carlo

Le tragiche conseguenze della violenta scossa di terremoto (magnitudo 5,8 nella scala Richter) verificatasi stamani all'Aquila e nelle zone circostanti - ma avvertito in quasi tutta l'Italia centrale - rappresentano soltanto l'ultimo, drammatico episodio di un secolo in cui il nostro Paese è stato letteralmente squassato da un numero altissimo di eventi sismici.
Fu proprio l'Abruzzo, nel gennaio del 1915, ad essere colpito da una scossa di terremoto ancora più devastante (magnitudo 6,8) rispetto a quella registrata oggi. Ad Avezzano e in tutto il territorio della Marsica si contarono circa 30000 morti.
Un sisma di intensità simile (magnitudo 6,7), ma con un numero notevolmente inferiore di vittime rispetto alla tragedia marsicana, fu registrato nel luglio del 1930 in Irpinia (Campania) dove le vittime furono oltre 1400.
Il 15 gennaio 1968 alcuni piccoli centri del Belice, nella Sicilia occidentale furono completamente spazzati via dalla furia di un terremoto di intensità pari a 6 gradi nella scala Richter, provocando la morte di oltre 300 persone e la scomparsa di interi abitati.
Nel maggio del '76 la terrà tremò ancora in Friuli, tra Bordano e Trasaghis, a nord di Udine, causando quasi 1000 vittime. Ma forse ancor più vivo è nella memoria collettiva della maggior parte degli italiani è la tragedia di soli quattro anni dopo avvenuta nuovamente in Irpinia, dove una scossa di terremoto che sfiorò il settimo grado della scala Richter distrusse diverse zone della Campania e della Basilicata, radendo al suolo numerosi paesi.
La scossa registrata il 13 dicembre del 1990 nella zona della Sicilia sud-orientale (l'altra zona italiana forse a più alto rischio sismico insieme alla Campania) è ricordata anche come "terremoto di Santa Lucia". Il sisma causò devastazione a Catania, nel siracusano e in molti paesi del Val di Noto. Sedici le vittime estratte dalle macerie e numerosi i danni al patrimonio storico e architettonico della zona.
Nel settembre del '97 la paura ritorna in Umbria e nelle Marche. Undici i morti e danni incalcolabili ad alcune bellezze del patrimonio artistico italiano. Ad essere colpite furono soprattutto Assisi (notevoli i danni alla cattedrale di San Francesco), Foligno, Nocera umbra e Camerino. Ma indelebile rimane anche il ricordo della sciagura avvenuta tra l'ottobre e il novembre 2002 a San Giuliano di Puglia, in Molise, dove il crollo di una scuola e la morte di 27 bambini commossero l'Italia intera.
Non è possibile dimenticare, poi, che appena un anno fa è ricorso il centenario della tragedia forse più grave, almeno dal punto di vista numerico, verificatasi nel nostro Paese a causa di un evento sismico: il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 che, in appena 40 secondi distrusse quasi totalmente le due città e i villaggi vicini, causando la scomparsa di oltre 90000 persone.

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