mercoledì 10 settembre 2008

Guru, va agli indiani Simona Vecchi dal Pm

La Bombay ha acquistato all'asta l'azienda di Cambi per 26,5 milioni. Intanto la mamma di Matteo parla ai pm e dice: "Pronta ad un maxiesborso"
di Silvio Marvisi


Jam Session agli indiani per 26,5 milioni
Due le offerte, ma ad averla vinta è stata la Bombay Rayon Fashion che in totale ha raggiunto quota 26,5 milioni di euro. E così gli indiani si sono aggiudicati la Jam Session. Dalla cifra dovranno probabilmente essere detratti alcuni oneri sostenuti nella gestione dal 6 maggio 2008, data di inizio del contratto d'affito a oggi. Fra le detrazioni potrebbero rientrare le spese sostenute per l'apertura degli ultimi cinque negozi a marchio Guru (Fidenza, Palmanova e Vicolungo in outlet, poi gli store di Madrid e prossimamente a Londra) ma anche le spese sostenute per stipendi e arretrati di cui i dipendenti hanno ringraziato nei giorni scorsi con una lettera inviata ai giornali.
L'altra offerta si sarebbe fermata a quota 3 milioni di euro ma non è ancora dato sapere quali fossero le garanzie e quali le condizioni in essere. A presentarla sarebbe stata una società italiana costituita il 2 settembre al solo scopo di acquisire il marchio della margherita di cui non si conoscono i retroscena.
Di fatto il tribunale di Parma ha riscritto il contratto d'affitto che gli ex titolari finiti in carcere per bancarotta fraudolenta avevano siglato con gli indiani di Bombay Rayon Fashion Limited. Il contratto d'affitto per due anni prevedeva una somma di circa 33 milioni di euro. L'offerta arrivata oggi alla cancelleria fallimentare è più bassa ma, secondo le prime ipotesi, vi sarebbero maggiori garanzie. Proverrebbero innanzitutto dalle fideiussioni bancarie che l'importante gruppo mondiale del settore tessile dovrebbe aver presentato a supporto dell'operazione su cui potrebbe però essere rimasta qualche riserva. Gli indiani avrebbero assicurato con la nuova offerta anche i livelli occupazionali che dovrebbero rimanere intatti per i prossimi 24 mesi in cui l'azienda della margherita non potrà essere spostata da Parma.
Ulteriore garanzia di sicurezza è dalla nuova sottoscrizione di un contratto: si escluderebbe la possibilità che nel caso la produzione non avesse avuto successo gli indiani potessero rescindere gli accordi presi lasciando l'azienda della margherita allo sbando e magari gli 80 dipendnenti in mezzo a una strada.
Le buste sono state aperte alle 12.30 alla presenza del giudice delegato Coscioni, del curatore fallimentare e dei rappresentati dei creditori. Il primo incontro si è aggiornato alle 14.30 per riprendere alle 16.30. Alle 18 circa i rappresentati dei creditori hanno lasciato il tribunale e dopo poco il legale del curatore fallimentare Andrea Mora con i suoi assitenti. Da quel momento il giudice e il curatore Gino Capelli sono rimasti chiusi in ufficio per oltre un'ora per scrivere la parte finale della vicenda, il provvedimento dispositivo. Avrebbe quindi richiesto che il contratto d'affitto firmato con la vecchia gestione Jam Session venga rescisso, operazione per cui la scadenza era fissata per legge alle 24 di oggi.
Il direttore generale nei giorni scorsi si era già dimostrato scettico sul fatto che venissero presentate diverse offerte. Aveva riferito che solo un forte imprenditore del settore avrebbe potuto acquisire l'azienda in un momento così delicato. A suo avviso gli indiani risultavano essere i più forti, sono riusciti a conoscere a fondo l'azienda e a gestirla senza distruggerla, integrando le vecchie idee con le nuove.
Jam Session entra quindi a far parte di un colosso mondiale che vanta migliaia di dipendenti, titolo si spicco nella borsa indiana con diversi punti strategici nel far east. Il gruppo è gestito dalla famiglia Argawal. Il giovane Prashant, poco più che trent'enne, che dal 6 maggio scorso vive a Parma per una settimana al mese si è presentato quest'oggi al tribunale di Parma insieme al suo braccio destro Itesh Patel. Quest'ultimo è quello che più avrebbe preso contatto con il gruppo della margherita.

Simona Vecchi pronta a risarcire

Non è ancora chiara la cifra che Simona Vecchi, madre di Matteo Cambi, è pronta a tirare fuori da un dedalo di conti correnti a lei intestati per risarcire fornitori e creditori in genere. Dopo 12 ore di interrogatorio la buona novella è che la donna potrebbe consegnare una forte somma di denaro al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bologna a parziale risarcimento dei danni che avrebbe provocato.
E' rimasta coinvolta nella bancarotta fraudolenta del gruppo Jam Session, ceduto nella stessa giornata di ieri agli indiani della Bombay Rayon Fashion, perché di fatto gestiva insieme al compagno Gian Luca Maruccio De Marco il gruppo della margherita. Nella composizione societaria risultava come amministratore unico il figlio che esattamente una settimana prima di lei è stato interrogato anch'egli dalla pm Lucia Russo per circa 11 ore e che avrebbe ammesso le proprie colpe.
"E' stato un interrogatorio molto lungo – afferma l'avvocato Mario Bonati - perché sono stati affrontati tanti profili inerenti alla vicenda, sia fatti contestati che fatti connessi al gruppo Jam Session e che se non oggetto di una contestazione dei titoli di reato. La signora ha fornito la sua ricostruzione di quanto accaduto".
Simona Vecchi avrebbe fatto tutta una serie di ammissioni ma anche molte precisazioni e distinzioni sulle informazioni in possesso degli inquirenti. Riguardo alla fuga a Ibiza la Vecchi e Maruccio De Marco avevano prenotato il volo perché si erano accordata con i titolari di un altro importante gruppo d'abbigliamento per passare un week end in barca proprio nelle isole spagnole.
I primi giorni di agosto si fece strada la pista dei gioielli secondo la quale la Vecchi avrebbe collezionato diamanti per un valore attorno ai 30 milioni di euro. La vicenda sarebbe stata smentita dagli inquirenti. Quello che però è venuto a galla è un dedalo di conti correnti, probabilmente anche all'estero, in cui sono conservate grandi cifre in denaro. Parte di quel denaro vorrebbe metterle a disposizione della magistratura per fare in modo che almeno parte del buco, al momento di 64 milioni di euro, venga sanato. Non è ancora possibile conoscere la quantità di denaro che la donna sarebbe pronta a mettere sul tavolo ma si può abbozzare una cifra fra i 10 e i 20 milioni di euro.
L'interrogatorio si è poi esteso ai fatti e alla gestione aziendale, partendo dalla nascita fino alla gestione vera e propria. In particolare gli inquirenti le avrebbero chiesto dei motivi per cui sono arrivati nel gruppo della margherita personaggi quali Patrick Nebiolo e Paolo Franchini fino ad arrivare ai giorni del crac e alle trattative con gli indiani.
Mercoledì verrà interrogato il compagno di Simona Vecchi che dovrà chiarire molti aspetti delal gestione Jam Session. Secondo gli inquirenti era lui il vero macchinatore che conosceva ogni sfaccettatura delle vicende che hanno portato alla bancarotta fraudolenta, per cui i tre sono finiti in carcere, e alla necessità di ricorrere a false fatturazioni con cui gonfiare i bilanci. Anche Gian Luca Maruccio De Marco è difeso dall'avvocato Mario Bonati.

I tre ex titolari del marchio Guru verranno poi avviati al giudizio immediato per cui già entro la fine di settembre si conosceranno le date per le udienze del processo mentre le posizioni di Patrick Nebiolo e Paolo Franchini verranno stralciate. Subito dopo la chiusura delle indagini prevista per la settimana prossima potrebbero essere interrogate le altre otto persone che hanno preso parte al crac e accusate di false fatturazioni.

Fonte: parma.repubblica.it

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