sabato 15 novembre 2008

L’omicidio di Manzano. Controlli senza esito nell’abitazione del ragazzo. Decine di interrogatori, gli inquirenti mantengono aperte tutte le piste

Dal guanto di paraffina le prime verità

Guido Surza
Forse oggi l’esito degli esami per rinvenire eventuali tracce di polvere da sparo su Paolo Calligaris e sul figlio 16enne. Carabinieri al lavoro anche sull’ipotesi di un rapinatore solitario che avrebbe già colpito due volte
La prima verità sull’omicidio di Tatiana Tulissi a Manzano potrebbe arrivare già oggi: è quella sullo stub, il “guanto di paraffina” che scova le tracce di polvere da sparo. Se non vi saranno residui sulle mani di Paolo Calligaris e del figlio sedicenne, questa pista “familiare” potrebbe dunque considerarsi già chiusa, lasciando lo scenario del delitto aperto a tutte le altre possibilità. Che sono diverse, articolate e presuppongono scenari che, al momento, non sembrano trovare quell’elemento decisivo per imboccare la pista giusta. In ogni caso gli stessi inquirenti stanno valutando con attenzione le analogie tra questo tragico episodio e due rapine in villa avvenute a Tricesimo (in gennaio) e a Cividale (il 23 ottobre) ad opera anche in queste occasioni di un solo malvivente armato di pistola. Ieri dunque è stata un’altra giornata di lavoro e d’attesa insieme sul fronte delle indagini per l’omicidio della 36enne che conviveva con Calligaris. Di lavoro per i carabinieri che hanno continuato a interrogare persone informate sui fatti, di attesa per gli esiti dell’autopsia. Gli uomini del Nucleo investigativo si sono recati anche al Ris di Parma per effettuare la prova dello stub, alla presenza dei difensori dei due indagati. Il tampone mandato al Ris per l’esame era stato prelevato anche sul corpo della Tulissi, così come sotto la lente di ingrandimento dei carabinieri di Parma ci sono anche i vestiti della povera donna freddata sull’uscio di casa nel tardo pomeriggio di martedì. Ieri mattina anche il sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice ha partecipato a un altro sopralluogo nella villa a Manzano. Si voleva capire meglio la ricostruzione dell’agguato in relazione alle ferite che la donna presentava. In qualche modo sono state fatte ipotesi per capire quale nascondiglio il killer abbia avuto in attesa che la donna arrivasse. C’è una indicazione su questo punto, ma per il momento gli inquirenti stanno effettuando altre verifiche. Anche ieri il procuratore della repubblica Antonio Biancardi ha tornato ad affermare che le indagini proseguono su tutti i fronti possibili delle ipotesi: dalla rapina (fallita) al regolamento di conti (quali?, non si vuol dire), dalla pista familiare al movente passionale. Il dottor Biancardi ha inoltre ripetuto l’invito affinché «qualcuno si faccia avanti per aiutarci a trovare questo delinquente e – ha aggiunto – per permettere alla giustizia di condannarlo a una pena esemplare». I carabinieri del Nucleo investigativo lavorano insieme con i colleghi della stazione di Manzano e della Compagnia di Palmanova. La zona da “battere” è infatti ampia soprattutto per le conoscenze delle due famiglie sconvolte dal dramma. Si vanno a cercare spunti tra i colleghi di lavoro, nelle aziende in qualche modo collegate, nei particolari raccontati dalle persone interrogate. Si mettono a confronto le versioni, si cercano contraddizioni incrociando gli elementi testimoniali con i riscontri oggettivi. Un lavoro a spron battuto, in attesa che il tabulato telefonico della vittima e quelli di altre persone forniscano spunti che eventualmente contraddicono i racconti fin qui messi a verbale. L’altra sera i carabinieri sono andati anche a casa dell’ex moglie di Calligaris, dove vivono anche i due figli minorenni. Avevano in mano un decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore dei minori Chiara Degrassi: dovevano cercare l’arma del delitto. Pistola che ovviamente non è stata trovata. Hanno anche verificato l’alibi dell’ex moglie di Paolo Calligaris, che era rimasta in casa con l’altro figlio. Al momento della visita dei Cc, la famiglia era riunita a cena. E il fatto che i carabinieri – già nell’immediatezza dell’omicidio – abbiano voluto interrogare anche i due fratelli, la loro mamma, il convivente e altri parenti stretti non significa che volessero trovare elementi per battere la pista familiare. Da un racconto, da un discorso sentito in casa, infatti, può arrivare lo spunto anche per aprire altri scenari. Certamente si tratterebbe di scenari diversi da quello della rapina, eventualità assolutamente possibile per una coppia che viveva in una villa così isolata, immersa nel silenzio e nel buio. Un obiettivo facile da colpire.

Fonte: espresso.repubblica.it

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