martedì 25 novembre 2008

Quanto vale l'ospedale?

Fonte: messaggeroveneto.repubblica.it

Anche il sito Internet è scomparso dal web

Gestione immobili Fvg,
l'elenco dei tesori venduti

Una vignetta disegnata da Altan un paio di mesi fa Una vignetta disegnata da Altan un paio di mesi fa
di Tommaso Cerno

UDINE.
Si parte con le aste pubbliche, si finisce con la trattativa privata. E ad ascoltare la versione ufficiale della Gestione Immobili Fvg e della Regione tutto sembra normale: più si va avanti nella vendita dei beni, più restano in coda quelli meno appetibili. Con la logica conseguenza che le aste andranno deserte. Eppure nell’ex caserma di Tarvisio, ceduta per 295 mila euro con tutti i terreni, sorgerà presto un complesso immobiliare dal valore molto più elevato. A Palmanova, invece, nell’ex ospedale ceduto a 890 mila euro, dopo che il valore iniziale stimato era stato di 3 milioni 300 mila euro, potranno venire realizzati uffici e centri direzionali.

Trattandosi, però, di beni pubblici, chi stabilisce quale sia il confine fra l’affare per l’ente e quello per l’acquirente privato? E soprattutto quando i dati attestano che, nell’ultimo anno di cessioni, le aste pubbliche deserte si sono moltiplicate esponenzialmente fino a un record di 28 assegnazioni dirette su 34 lotti, è vantaggioso per chi possiede il patrimonio iniziale continuare a vendere? E ancora: chi e come poteva sapere che cosa era in vendita? Dove venivano reclamizzate le aste?

Il sito fantasma. Bene, Gestione Immobili Fvg non ha più nemmeno un sito internet dove poter verificare tutto questo. E negli ultimi mesi sono state molte le segnalazioni da parte di privati che non riuscivano a scaricare le informazioni sugli edifici in vendita. Così come alla sede della società, in piazza Sant’Antonio nuovo, al civico 6, a Trieste sono giunte due richieste di un consigliere regionale, Stefano Pustetto della Sinistra Arcobaleno, per conoscere quale forma di pubblicità sui giornali e sul web sia stata garantita prima delle aste di Palmanova e di Tarvisio. Una richiesta, per ora rimasta inevasa, conferma lo stesso consigliere regionale della Sa, cui «farà seguito una nuova interpellanza per fare luce – spiega – su quanti realmente sapessero della cessione. Un elemento che ci aiuta a capire se i prezzi bassi sono legati alla poca appetibilità dei beni o alla scarsa pubblicità della vendita. Per ora non aggiungo nulla sulla motivazione di questa eventuale mancata pubblicità».



L’elenco dei 100 lotti. In attesa della risposta della società regionale degli immobili, che ha chiesto a Pustetto di inviare la richiesta via posta, cosa fatta, pubblichiamo l’u ltimo elenco disponibile – fornito solo al consiglio di amministrazione della Spa – sulla cartolarizzazione dei cento beni in inventario, con il relativo prezzo. Un elenco che conferma come, dal novembre 2007 in poi, i casi di asta pubblica andata deserta si siano moltiplicati, fino a diventare percentualmente la maggioranza assoluta. I primi lotti vengono ceduti quasi tutti alla prima asta e ricevono un numero medio di offerte piuttosto elevato. In alcuni casi il valore di aggiudicazione è molto più elevato di quello della convenzione, in altre è pari o simile, in altri ancora più basso. Anche in questo caso, dal novembre 2007, si assiste a un’i nversione di tendenza. Oltre all’incremento delle trattative private seguite ad aste deserte, nella maggioranza dei casi il bene viene aggiudicato al di sotto del prezzo di convenzione. A volte di poco, altre, come nei due ultimi casi su cui è scoppiata la polemica, di molto.

Obiettivi e guadagni. Sul piano economico, la Gestione Immobili, già nel novembre 2007, aveva superato – dopo la vendita, anche questa a trattativa diretta del castello Ceconi – il valore della convenzione siglata con la Regione. Gi-Fvg aveva incassato 59 milioni 266 mila euro contro i 56 milioni stabiliti. A quel punto si trattava di raggiungere il secondo obiettivo, la cifra cioè di 61 milioni 702 mila euro, che avrebbe alzato la percentuale di guadagno dal 2% al 3,6473%. Nella scheda che accompagna l’elenco dei beni trasmesso al cda, il 20 novembre 2007, si legge: «Grazie soprattutto alla vendita diretta, l’obiettivo è stato raggiunto».

L’appalto dell’ospedale. Ma nel mirino non finiscono soltanto le aggiudicazioni a basso costo, bensì anche l’a ppalto del teleriscaldamento dell’ospedale di Udine, che prevede la gestione trentennale del sistema di produzione energetica. Un business da 60 milioni subito e 500 in prospettiva, cui compete una società romana, la Siram, che ha acquistato la Gefi Servizi Immobiliari, ovvero la società cui Gefi, partner della Regione nella Gestione Immobili, ha ceduto il ramo d’azienda delle cartolarizzazioni. Una gara ancora ferma, a buste presentate, in attesa di aggiudicazione. Ma anche una gara su cui la polemica politica è ormai esplosa.

Nessun commento:

A PALMANOVA INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SULLA DIMENSIONE ADULTA DELLA FEDE

A PALMANOVA INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SULLA DIMENSIONE ADULTA DELLA FEDE La Collaborazione p...